donchisciotte

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Nuova era? E' da un pò di tempo che seguo, su il manifesto, le notizie relative al movimento Occupy Wall Street sorto negli USA il 17 settembre del 2011. Occupy appare come l'unico movimento di protesta di questi anni, ad avere avuto diffusione internazionale attraverso le sue semplici parole d'ordine nate da una profonda consapevolezza delle condizioni economiche, finanziarie, sociali e politiche che la globalizzazione ha creato in tutto il mondo. Vorrei in questo blog seguirne gli sviluppi, dopo averne adottato la parola che veicola l'atteggiamento principale che è anche dichiarazione di strategia. Farò spesso, il più delle volte riflessioni e considerazioni mie che serviranno principalmente a me stessa per chiarirmi le idee ed esercitarmi in quella funzione meravigliosa che all'essere umano è stata data, la scrittura. Credo, comunque, aldilà dell'adesione ad un gruppo di pensiero o di azione che esso sia, che l'atteggiamento dichiarato dal titolo del blog debba essere predisposizione usuale, soprattutto la RIVOLTA, di ciascuno di noi, di quelli che non hanno che da perdere dal corso che l'attuale politica ha intrapreso.
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lunedì 29 giugno 2015

Alexis Tsipras


Il testo in italiano del proclama di Tsipras per il referendum.
Venerdì notte 26 giugno 2015
Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.

In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia.
Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi  e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali.
La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole della Grecia. Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il popolo greco.
Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea.
Greche e greci,
in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco.
Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.
Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti n.d.t.) per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica dell’Europa.
Greche e greci,
a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza  prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione.
La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale.
E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.
E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola.
Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.
Alexis Tsipras

da qui

mercoledì 11 settembre 2013

To be hopeful

To be hopeful in bad times is not just foolishly romantic. It is based on the fact that human history is a history not only of cruelty, but also of compassion, sacrifice, courage, kindness.
What we choose to emphasize in this complex history will determine our lives. If we see only the worst, it destroys our capacity to do something. If we remember those times and places - and there are so many - where people have behaved magnificently, this gives us the energy to act, and at least the possibility of sending this spinning top of a world in a different direction.
And if we do act, in however small a way, we don't have to wait for some grand utopian future.
The future is an infinite succession of present, and to live now as we think human beings should live, in defiance of all that is bad around us, is itself a marvelous victory.

- Howard Zinn -

Howard Zinn
You can't be neutral on a moving train
Beacon Press, 1994

Howard Zinn
A Power Governments Cannot Suppress
City Lights, 2007


citato in 

Occupy
Noam Chomsky
Penguin Books, 2007




Imparate a condividere

domenica 4 marzo 2012

Power to the people


Power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on
Say you want a revolution
We better get on right away
Well you get on your feet
And out on the street
Singing power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on
A million workers working for nothing
You better give 'em what they really own
We got to put you down
When we come into town
Singing power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on
I gotta ask you comrades and brothers
How do you treat you own woman back home
She got to be herself
So she can free herself
Singing power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on
Now, now, now, now
Oh well, power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on
Yeah, power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on
Power to the people
Power to the people
Power to the people
Power to the people, right on

sabato 17 dicembre 2011

WORLDWIDE REVOLUTION


  
APPELLO A TUTTI GLI ESCLUSI
SFRUTTATI
E DE-UMANIZZATI
RIVENDICHIAMO LA NON COMMERCIABILITA' DEI NOSTRI CORPI, ESSI NON SONO STRUMENTI PER L'AUMENTO DEI PROFITTI

Invitiamo tutti gli amici ed alleati che sono in un modo o  nell'altro colpiti dall'attuale crisi del sistema sanitario, dal disconoscimento del diritto alla casa e all'alimentazione, a riunirsi per la  prima assemblea generale per il diritto alla Salute Pubblica del nostro movimento Occupy Wall Street .
Siamo tutti convocati per sabato 17 dicembre, h. 11.00 all'opedale St. Vincent, W11th St, 7th Ave, nella ricorrenza del terzo mese dalla nascita del movimento OWS. Abbiamo il diritto di vivere come esseri umani.
PARLIAMOCI! ASCOLTIAMOCI!

mercoledì 14 dicembre 2011

Hope


La protesta continua, il 17 settembre è nato il movimento a New York. Il 17 dicembre per l'intero territorio degli Stati Uniti si celebra, si festeggia ci si ritrova in nome di quell'evento straordinario che è stato la nascita della rivolta contro la finanza ladra e la politica asservita totalmente ad essa.

martedì 13 dicembre 2011

Siamo in credito

Le Banche Centrali dei paesi industrializzati, il Fondo Monetario Internazionale, i governi degli stati nazionali, l’allegra finanza con il codazzzo degli speculatori, i grandi industriali e i possessori di enormi rendite sono tutti d’accordo nel voler far pagare la crisi... di profitti, la crisi del debito, la crisi ambientale ai ceti popolari di tutto il mondo: ai lavoratori e alle lavoratrici, agli studenti/esse, ai/alle migranti, alle donne e ai soggetti lgbtq.

Fanno licenziare migliaia di lavoratori, diminuiscono i salari, tagliano la sanità, l’istruzione e i trasporti pubblici, riducono gli spazi di libertà (per esempio hanno limitato fino ad annullare, in certi casi, il diritto di sciopero). I prezzi dei generi di prima necessità rimangono alti rispetto ai salari e spesso aumentano persino, senza considerare il costo dei carburanti.

L’istruzione pubblica in Italia ha subito ingenti tagli di fondi negli ultimi tre anni, sebbene questi fossero già al di sotto della media degli altri paesi industrializzati: nel 2008 sono stati tolti alla scuola pubblica 8,5mld di euro e all’università 1,3 mld per destinarli alla rifinanziarizzazione delle banche. I debiti delle banche vennero socializzati (scaricati sul bilancio pubblico) mentre i loro profitti continuavano a finire nelle tasche di azionisti e banchieri. Le scuole pubbliche divengono sempre più precarie sia dal punto di vista delle strutture, alquanto fatiscenti, che da quello della didattica: infatti tanti docenti sono ormai precari e cambiano continuamente sede senza dare continuità al percorso di studi.

Ci si scandalizza per "eventi" televisivi per nulla rilevanti oppure si sprecano migliaia di parole per fatti inspiegabili di cronaca; mentre la precarietà del lavoro, la pericolosità delle strutture scolastiche, le centinaia di morti sul lavoro e per motivi di inquinamento ambientale vengono discussi in maniera approssimativa e marginale. In più non vengono mai esposte le cause ultime.

Ci dicono che è inevitabile pagare il debito, ci dicono che è inevitabile subire la crisi, ci dicono che dobbiamo fare sacrifici per forze di causa maggiore.

Eppure con una drastica diminuzione delle spese militari si potrebbero finanziare borse di studio per gli/le studenti/esse, si potrebbero mantenere aperti tanti ospedali e rimodernarli, si potrebbero ristrutturare tante scuole, si potrebbe diminuire la disoccupazione, alzare i salari e le pensioni (ormai da fame ) ecc…

Eppure dal 1995 al 2008, mentre di sono susseguite diverse crisi economiche, i profitti netti delle maggiori imprese italiane sono aumentati di circa il 75% ( campione Mediobanca ); invece i salari hanno perso circa 7000 euro del loro potere d’acquisto ( dal 2000 al 2010 ) secondo Ires-cgil. Questo spiega perché in Italia il 44% della ricchezza è nelle mani di solo il 10% della popolazione, mentre il 50% della popolazione possiede solo il 9% della ricchezza. E allora vogliamo la patrimoniale non per pagare il debito provocato da loro, ma per redistribuire la ricchezza.

Queste e altre proposte saranno portate in piazza il giorno 7 dicembre: piazza san Ferdinando alle ore 17.30, via Sparano n. 50 in un sit-in-movimento. Non solo vogliamo contro-informare, ma anche muoverci per la città e portare analisi e risposte popolari ovunque (come è accennato sopra).

Nel mondo le grandi mobilitazioni, le occupazioni e le assemblee nelle principali piazze del mondo, LE RIVOLUZIONI ARABE, gli SCIOPERI GENERALI E GENERALIZZATI, le occupazioni delle scuole e delle facoltà, i picchetti davanti ai luoghi di lavoro, i blocchi stradali.

Lo sciopero autorganizzato a Ockland e le piazze occupate a New York, la manifestazioni a Seattle, gli scioperi generali e generalizzati in Grecia, le assemblee, gli accampamenti e le occupazioni in Spagna, le oceaniche manifestazioni di piazza e la repressione militare in Egitto , i riot in Inghilterra, il referendum contro il debito in Islanda, esprimono che il 99% della popolazione mondiale non vuole continuare a piegarsi all’1%, che disoccupazione, precarietà e miseria devono terminare per lasciar posto ad un altro sistema sociale ed economico.

Proprio delle mobilitazioni sparse per tutto il mondo vogliamo discutere il giorno 10 dicembre alle ore 19.30 presso il Socrate occupato, in via fanelli 216 a Bari.

A SEGUIRE: CENA SOCIALE DI AUTOFINANZIAMENTO E CONCERTO ROCK'N'ROLL!


Il Socrate Occupato comincia a santificare le feste Natalizie con una
rock night made in Bari !

Live at :

-We Love You ( Rock/ Bari .....who are they??)
http://www.facebook.com/pages/WE-LOVE-YOU/113038048775785?ref=ts
http://www.myspace.com/weloveyoubari

-icSfattones (garage rock_low-fi duo/Bari)
https://www.facebook.com/pages/IcSfattones/187506224618082

-Blackadillac(Stoner rock/Bari)
http://www.facebook.com/pages/Blackadillac/175655269126640

after : TurboTeen ( r'n'r dj set all nite long)

venerdì 25 novembre 2011

Greve geral contra o roubo

Lisbon dreams




Sciopero generale a Lisbona, contro il furto.
Furto  alle classi lavoratrici perpetrato dai rappresentanti della finanza, europea e mondiale. 
Portogallo, Grecia, Italia governate da delegati della BCE. Nonostante la rinuncia della politica  a svolgere il suo ruolo tradizionale e l'affossamento della Democrazia non si intravvede all'orizzonte alcun miglioramento di quegli stessi parametri finanziari il cui cattivo andamento era servito da stimolo al commissariamento dell'azione politica. Il valore dei differenziali tra titoli dei paesi "deboli", Portogallo, Grecia, Italia e quelli tedeschi continua ad ampliarsi a favore dei tedeschi, le richieste della BCE, pare siano necessità imprescindibile ed unica possibilità di sopravvivenza, unica azione immaginabile, unica alternativa, pena il disastro, ma il disastro continua, nonostante tutti gli arretramenti dei diritti, ad avanzare e i sacrifici continuano ad essere imposti solamente a coloro che hanno quasi nulla da dare. Il sindacato portoghese protesta contro quella che chiama una politica di "terra queimada", distruggere qualsiasi idea di "diritto" per avere mani libere nell'imporre regole che privilegiano la ricchezza, i pochi, appunto, l'1% della popolazione mondiale contro il 99% che deve essere invisibile, manipolabile, eliminabile e sostituibile all'infinito, come nei lavori a termine, come nei contratti di lavoro in nero. 
Sciopero generale, di tutti noi contro l'ingiustizia impostaci dall'1% che ha, ed attinge dai mercati, dal mondo della finanza la propria realtà ma pesa interamente sulla nostra.

giovedì 24 novembre 2011

Modernità

Gli Spaccapietre
Gustave Courbet
1849

Pare che Marchionne Sergio, amministratore delegato della FIAT e da molti chiamato L'eroe dei due mondi, per la facilità presunta, l'arroganza vera, con le quali si muove nel mondo del lavoro, altrui, tra USA e Italia, abbia espresso la speranza che Monti non si lasci troppo influenzare dalla politica!
Quando si dice parlar chiaro!  Nessuno può accusare il signor Marchionne di non aver espresso più che chiaramente il suo pensiero in momenti cruciali della vita italiana di questo ultimo anno. Non ha minacciato, ha avvertito e si è mosso di conseguenza. Voleva distruggere molti dei diritti acquisiti dai lavoratori dell'industria nel tempo, l'ha fatto. Voleva non avere intralci nelle sue decisioni, ha portato la FIAT fuori dalla confindustria e la FIOM fuori dalla FIAT. Padrone vecchio stampo. Uno che non ha tempo da perdere, perchè i lavoratori non contano, perché quello che conta è il prodotto, il danaro prodotto per la sua classe sociale di appartenenza. Prodotto diverso rispetto all'auto. 
Oggi leggo su il manifesto che tra le giornate di lunedi e martedi sono stati otto i morti sul lavoro.
Dovremmo farli smettere quelli come Marchionne e ribellarci alla morte, quella provocata, quella artificiale, quella permessa, quella che costituisce fattore di rischio nel baratto per poco danaro in più.

lunedì 21 novembre 2011

Tombe di antichi eroi

Caspar David Friedrich
Tombe di antichi eroi
1812

L'ex premier è finito, a mio parere, come premier certamente, come politico, molto probabilmente non ancora. Il  governo dei professori bocconiani ed ultraliberisti, così come i governi italiani di sempre, escludendo l'immediato dopoguerra, hanno già iniziato a rimediare, a nascondere, a soccorrere, a lasciar perdere, a lasciare andare le tante illegalità promosse e perseguite dal governo precedente. Non è forse, questo atteggiamento, in linea con la migliore, stranota, tattica democristiana? Berlusconi tratta in questi giorni, tratta con Monti, si servirà certamente dei suoi avvocati parlamentari, per addivenire ad un accordo che non lo danneggi dal punto di vista strettamente personale, magari promettendo anche di farsi da parte ma, in fondo, covando risentimento e spirito di rivalsa che la vecchiaia e la presunta saggezza che l'accompagna non servono ad attenuare in lui. I "nuovi" poteri accetteranno molte delle sue condizioni in nome della stabilità, in nome del perseguito e troppo calpestato "prestigio italiano", in nome della necessità imposta dalla crisi, in nome della celebrata e imprescindibile concordia tipica della "benpensante" società italiana. Davvero aspettiamo di vedere se, con tanto amore sbocciato per Monti e il suo governo da parte delle gerarchie ecclesiastiche, egli avrà l'ardire di tassare coloro che non hanno pagato mai. Le proprietà della Chiesa di Roma, i suoi immobili, le sue grandi ricchezze. Domanda retorica. Ne sono certa. Le tombe del dipinto, ho paura, possano diventare  tali non per i "grandi", non per quelli considerati grandi da Berlusconi, Monti, Passera, Catricalà, ma per i grandi veri, per quelli che hanno combattuto le loro battaglie avendo come obiettivo la costruzione di una società dove le diseguaglianze non fossero tanto profonde come quelle attuali, dove a coloro nati in una condizione di svantaggio venissero dati alcuni degli strumenti atti ad accorciare la distanza iniziale; strumenti che colmassero, almeno in parte, il divario.
I movimenti di protesta di questi giorni sembrano non voler accettare questo arretramento. Sono forti negli Stati Uniti. Ma in Italia? I rivoluzionari, vale a dire, i Pensanti, privi  del suffisso "ben", sono davvero tutti morti?

domenica 20 novembre 2011

Il ponte di Brooklyn

Sarà perché gli americani, si dice, non hanno Storia, che non dimenticano le frasi importanti, identitarie, dei loro padri fondatori. Sarà per la gioventù, viva anche negli ultrasessantenni, come dicono le cronache delle manifestazioni quotidiane di questi ultimi giorni, che non si vergognano neppure un poco di appellarsi in continuazione alle norme fondamentali della loro Costituzione, a come vengano tradite da questo modo di produzione e da questa finanza.
Intanto i poliziotti si lamentano del fatto che non hanno leaders con cui trattare.
Finalmente. Voglio che continui. Un movimento senza capi. Dove ognuno si sente responsabile per sé e per l'altro. Dove ognuno si riconosce nella diversità dell'altro. Sembra quasi impossibile. Totalmente diverso, a mio parere, da tutti i movimenti che lo hanno preceduto, che fossero costituiti da giovani o meno giovani. Perché non è questa differenza che fa...la differenza.
il manifesto di oggi riporta la testimonianza di Dorly Rainey di Seattle, 84 anni:
"La polizia diventa progressivamente più violenta, la nostra libertà è sempre più ridotta, e ora ho sentito che a Wall Street hanno negato anche l'ingresso alla stampa. Questo in un paese da cui  esportiamo dappertutto nel mondo la nostra democrazia con il fucile puntato. I nostri politici hanno perduto il controllo, la brutalità è ormai endemica al nostro paese, siamop controllati dall'FBI, dai militari, dalla Sicurezza Nazionale."

giovedì 17 novembre 2011

No leaders

Un'altra delle particolarità di questo movimento è la mancanza di leadership riconosciuta e, sempre, in qualche modo, accreditata o accreditabile. Difficile muoversi in Italia, pur nella protesta, senza un "credito" pre-esistente. Ricordo che all'indomani della manifestazione internazionale del 15 ottobre, un'intervista di Lucia Annunziata agli occupanti del Cinema San Lorenzo, a Roma, ricercava spasmodicamente, nelle domande poste alle persone interpellate, un'attribuzione di leadership, un'adesione a un qualche partito o rappresentanza politica istituzionale. Determinata la scelta degli interlocutori nel rifiuto dell'impostazione tradizionale del discorso. Il rifiuto della leadership è dunque un carattere adottato globalmente dal movimento. Segno positivo, a nostro parere.

  "Sixty days into the struggle OccupyWallStreet was violently evicted by the NYPD, who leveled our homes at Liberty Square to the ground. Our movement, however, is stronger than it has ever been. In these sixty days we have brought about a massive awakening, perhaps the largest one in the country since the Civil Rights Movement fifty years ago, and certainly the first global one in modern history. People around the world, from Spain to Australia, from Chile to the U.S. have opened their eyes together to the decadence and injustice of the common system that exploits us. This is what we mean when we say with the deepest significance: you cannot stop an idea whose time has come.
The occupation that began on the 17th of September in Zuccotti Park has proven that we still have a chance, as human beings, to unite and reform these corrupt structures, to cleanse our Government and restore our dignity. We will allow no rest and tranquility in our world until we finally achieve what we are dreaming of in our hearts. We will not stop until justice is restored, until democracy is recovered from behind the veil of political discourse, until the 99% are once again made rightful sovereign of their future, until the shadow of Wall Street is stripped of its darkness and its power. We will not stop moving forward until bankers and governments are held accountable for their crimes, until they respect every basic human right they trample on.
We will no longer tolerate the oppression of the 1% who do not want to see a creative movement, based on inclusiveness and tolerance, triumph over a system deeply rooted in social inequality. This is why we're fighting back tomorrow during N17. We will shut down Wall Street and we will occupy all of New York City with our bodies, voices and ideas.
And on this same day the message will resonate around the world! For International Student Day, our brothers and sisters in Spain will embark on a strike in education as a reaction to the capitalist logic that denies free education, and there will be rallies and occupations in Germany, Belgium, Italy, Egypt, Indonesia, Poland, Nigeria and Bulgaria. This is a call to participate in our movement as one: join your local protest, organize one in solidarity with OccupyWallStreet and all evicted squares. Don't stay home, play your part, act!
The jarring importance of this moment cannot be overlooked: as civil society collapses, destroying our livelihoods and our public services, as we are enslaved by debt and forced out of our homes, as our folklore is mined by market predators, as we stand by and watch our global environment disintegrate to the point of threatening the extinction of our species, we are compelled to act. Tomorrow, November 17th we will remind the 1% and their representative Michael Bloomberg that you cannot stop an idea whose time has come!"

Dopo 60 giorni di lotta OccupyWallStreet è stata sfrattata con la violenza dai reparti speciali della  di polizia di New York che hanno raso al suolo le nostre case in Liberty Square. Il nostro movimento, comunque, è più forte che mai. In questi sessanta giorni abbiamo prodotto un fortissimo risveglio della consapevolezza di ognuno, forse il più grande vissuto dal nostro paese da quello per il  Movimento dei  Diritti Civili di cinquanta anni fa, e certamente il primo risveglio globale nella storia moderna. I popoli di tutto il mondo, dalla Spagna all'Australia, dal Cile agli Stati Uniti hanno aperto gli occhi di fronte alla decadenza e all'ingiustizia prodotta da un sistema globale che mira al nostro sfruttamento. Questo è quanto esattamente intendiamo quando affermiamo che: non si può fermare un'idea nata dal tempo stesso.
L'occupazione iniziata il 17 settembre a Zuccotti Park, ha dimostrato che abbbiamo ancora una possibilità, in quanto esseri umani, di unirci per migliorare queste strutture corrotte, per ripulire i nostri Governi e recuperare la nostra dignità. Non permetteremo riposo e tranquillità sino a che non avremo realizzato quanto i nostri cuori sognano. Non ci fermeremo sino a che la giustizia non sarà ripristinata, sino a che la democrazia non risorgerà dal  velo dietro il quale i discorsi dell'attuale politica l'hanno relegata, sino a che il 99% non ritorni ad essere padrone del proprio futuro, sino a che l'ombra di Wall Street non sia privata della sua oscurità e del suo potere. Non ci fermeremo sino a che le banche e i governi non saranno chiamati a rendere conto dei loro crimini, sino a che non si risolveranno a rispettare ciascuno dei diritti umani che oggi calpestano.
 Non tollereremo mai più l'oppressione dell'1% che non vuole prendere in considerazione un movimento creativo come il nostro, basato sulla inclusione e sulla tolleranza, sulla volontà di distruggere un sistema economico-politico profondamente radicato nell'ineguaglianza sociale. Ecco perché la nostra lotta continuerà. Riusciremo a serrare Wall Street e occuperemo tutta la città di New York con le nostre voci, i nostri corpi e le nostre idee.
In questo stesso giorno il nostro messaggio risuonerà attraverso tutto il mondo!
Per la Giornata Internazionale  degli Studenti, i nostri fratelli e le nostre sorelle in Spagna inizieranno uno sciopero nel settore dell'istruzione come reazione alla logica capitalistica che nega il diritto all'istruzione pubblica e gratuita e si svolgeranno contemporaneamente azioni ed occupazioni in Germania, Belgio, Italia, Egitto, Indonesia, Polonia, Nigeria e Bulgaria. Questo è un invito a partecipare al nostro movimento pensato come unitario e globale: unisciti alle proteste sii parte del movimento solidale di OccupyWallStreet e di tutte le piazze svuotate. 
Non stare a casa, fai la tua parte, agisci!


La decisiva importanza di questo momento non può essere sottovalutata: mentre la società civile collassa affondando il nostro tenore di vita al di sotto di una accettabile soglia, distruggendo i servizi pubblici, poiché siamo resi schiavi dal debito e cacciati via dalle nostre case, poiché la nostra cultura e le nostre tradizioni sono minacciate dai predatori del mercato, poiché assistiamo alla lenta agonia del nostro ambiente naturale al punto che sentiamo minacciata la sopravvivenza della nostra stessa specie, per tutte queste ragioni, noi siamo obbligati ad agire. Oggi, 17 novembre ricorderemo all'1% e al suo rappresentante, Michael Bloomberg, che non si può fermare un'idea il cui tempo è arrivato.


mercoledì 16 novembre 2011

You cannot evict an idea whose time has come

 Nella notte tra lunedi e martedi, Liberty Plaza, vale a dire a dire Zuccotti Park a New York, il parco privato occupato dai manifestanti del movimento Occupy Wall Street, http://occupywallst.org/ , dallo scorso 17 settembre, con tende dentro  le quali pare abbiano trovato spazio, tra gli altri dedicati ai momenti assembleari, una cucina e una biblioteca, è stato sgomberato dai reparti antisommossa della polizia. La zona tutta intorno al parco era stata resa off limits ai giornalisti e le cronache parlano di oltre duecento arresti tra gli occupanti. L'azione  è stata voluta dal sindaco, appoggiato e sostenuto dai commercianti della zona. Negli Stati Uniti vi è però la particolarità, impensabile in Italia, ma forse anche in tutta l'Europa, Gran Bretagna compresa, dell'esistenza di forti associazioni legali di avvocati che agiscono in nome e per conto non soltanto dei potenti di turno, bensì anche di coloro che sono stati vittime di quei poteri in dispregio delle norme costituzionali. Così che vi è stata immediata la reazione della National Lawyers Guild che "agendo per conto di OWS, http://occupywallst.org/, ha reso pubblica un ingiunzione del tribunale che permetterebbe -almeno per ora - il ritorno degli occupanti a Zuccotti Park, con tende, sacchi a pelo e tutto, perché le norme che governano l'uso di un parco privato sono diverse da quelle dei parchi pubblici e permettono di starci anche durante la notte. Al centro dell'azione legale è il primo emendamento, quello sul diritto di espressione" (da il manifesto del 16.11.2011, Giulia d'Agnolo Vallan).
Il titolo di questo post è uno degli slogan riuscitissimi del movimento, dalla pagina http://occupywallst.org/  del quale, riportiamo:

"We will push back against billionaire Michael Bloomberg and any politician who wantonly tramples on proud American freedoms: freedom of the press, freedom of speech, and the freedom of Americans to peaceably assemble and petition for change.
We will overcome the obstacles placed before us. We will not be deterred. We will persevere. Our message is resonating across America, and our cause is shared by millions around the world. We are the 99%, and we want to live in a world that is for all of us — not just for those who have amassed great wealth and power."

"Ci schiereremo sempre contro il miliardario Michael Bloomberg così come contro qualsiasi politico che arbitrariamente calpesta le orgogliosamente guadagnate libertà americane: libertà di stampa, libertà di espressione, e la libertà per tutti gli americani di riunirsi pacificamente in assemblea al fine di  rivendicare il cambiamento.
Supereremo ogni ostacolo che si frapporrà al raggiungimento del nostro traguardo. Non ci scoraggeremo. Resisteremo. Il nostro messaggio risuona lungo l'intera America, e la nostra speranza, la nostra causa è quella di milioni di nostri simili nel mondo. Noi siamo il 99% e vogliamo vivere in un  mondo che sia per tutti noi - non soltanto per quelli che hanno accumulato ricchezza e potere.

Non si può sfrattare un'idea il cui tempo è arrivato."

L' idea è davvero buona, le parole per dirla semplici ed efficaci, l'organizzazione creata efficiente.
Molte le verità oggettive espresse, molto il consenso.
Vorremmo cambiare. In meglio. Dobbiamo crederci.






martedì 15 novembre 2011

Nuova era?

E' da un pò di tempo che seguo, su il manifesto, le notizie relative al movimento Occupy Wall Street sorto negli USA il 17 settembre dell'anno in corso. Occupy appare come l'unico movimento di protesta di questi anni, ad avere avuto diffusione internazionale attraverso le sue semplici parole d'ordine nate da una profonda consapevolezza delle condizioni economiche, finanziarie, sociali e politiche che la globalizzazione ha creato in tutto il mondo.
Vorrei in questo blog seguirne gli sviluppi, dopo averne adottato la parola che veicola l'atteggiamento principale che è anche dichiarazione di strategia. Farò spesso, il più delle volte riflessioni e considerazioni mie che serviranno principalmente a me stessa per chiarirmi le idee ed esercitarmi in quella funzione meravigliosa che all'essere umano è stata data, la scrittura. 
Credo, comunque, aldilà dell'adesione ad un gruppo di pensiero o di azione che esso sia, che l'atteggiamento dichiarato dal titolo del blog debba essere predisposizione usuale, soprattutto la RIVOLTA, di ciascuno di noi, di quelli che non hanno che da perdere dal corso che l'attuale politica ha intrapreso.