Il testo in italiano del proclama di Tsipras per il referendum.
Venerdì notte 26 giugno 2015
Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.
In
 tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli 
accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto 
che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo 
greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di
 soccombere, di tradire la vostra fiducia.
Dopo
 cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, 
sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno 
consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al 
popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi 
costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa 
europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che 
carica nuovi  e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la 
ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza
 generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze 
sociali.
La
 proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore
 deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove 
diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA 
per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del 
turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti 
fiscali per le isole della Grecia. Queste misure violano in modo diretto
 le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, 
all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di 
qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo 
durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il 
popolo greco.
Queste
 proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario 
Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono 
più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano 
all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano 
finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che 
tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità 
europea.
Greche e greci,
in
 questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle 
lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la 
sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro 
paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum 
secondo la volontà sovrana del popolo greco.
Poche
 ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al 
quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a 
decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani
 (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per 
deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la 
realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto 
l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.
Ho
 già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla 
cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con 
una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle 
istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti 
n.d.t.) per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni
 e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla 
tradizione democratica dell’Europa.
Greche e greci,
a
 questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e 
umiliante austerity senza fine e senza  prospettiva di ripresa sociale 
ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, 
come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo 
dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e 
determinazione.
La Grecia
 è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una 
risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale.
E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.
E
 sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della
 nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo.
In
 questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa 
comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La 
Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è 
parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia 
sarà un’Europa senza identità e senza bussola.
Vi
 chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue
 freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le 
generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.

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